CHANGING SHAPES 
21.10– 25.11.23


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CHANGING SHAPES 

Opening 21/10/2023 h 18:00 > 21:00
21/10> 25/11/2023*


NP-ArtLab
Vicolo dell’Osservatorio 1/C
35122 - Padova (PD)


*spazio espositivo privato
Mercoledì - Sabato: 12.00 - 19.00
More info: info@npartlab.com

NP-ArtLab presenta la mostra CHANGING SHAPES con opere di Leonardo Dalla Torre, Giulio Paolini e Frédérique Nalbandian.

Tre artisti di generazioni differenti accomunati da un forte interesse nei confronti del mondo classico ma proposto con occhi diversi. Frammenti e busti di statue si alternano a immagini appartenenti alla Storia dell’Arte e ai Maestri della pittura del passato.
Le tre sculture di Giulio Paolini (Genova, 1940), realizzate in gesso, prendono il nome di “Proteo”, “Proteo (II)” e “Proteo (III)” che si rifanno al mutevole dio greco che aveva la capacità di trasformarsi in qualsiasi forma desiderasse. Citazione, duplicazione e frammentazione sono i tre temi che emergono in questa serie e che riassumono i temi intellettuali cari all’artista stesso. Come il multiforme Proteo, anche questo gruppo scultoreo può essere ammirato da diverse angolazioni dando vita a una meditazione poetica sulla natura metafisica della pratica artistica.  Una visione pittorica della classicità ci viene offerta da Leonardo Dalla Torre (Venezia, 1995). Nello spazio da egli dipinto, prendono forma corpi, volti e sguardi rievocati dalle forme della pittura del passato delineate dai Maestri della Storia dell’Arte. Esse vengono utilizzate come pretesto per attuare un intervento inaspettato. La forma viene spesso compromessa, sottratta e stravolta.
Il dialogo continua con l’artista francese Frédérique Nalbandian (Mentone, 1967). Tre imponenti busti, realizzati grazie alla lavorazione e manipolazione del sapone di Marsiglia, prendono il nome di “Panacée I”, “Panacée II” e “Panacée III” e rappresentano la dea greca della guarigione universale. I lunghi drappi che coprono i corpi della divinità ricordano l’espressività del periodo classico. Se il visitatore potesse toccare le sue opere dopo essersi bagnato le mani, si attiverebbe un processo di cambiamento della materia stessa rendendo la scultura in continuo divenire e cambiamento. Si viene di conseguenza a creare un ulteriore dialogo con la contemporaneità che coinvolge lo spettatore al processo creativo dell’opera stessa.

CHANGING SHAPES è strettamente legato al concetto di cambiamento e frammentazione della materia e della percezione dell’opera stessa. Un continuo divenire che permette a chi osserva di meditare e riflettere sulla natura metafisica della pratica artistica dei tre diversi artisti in dialogo tra loro.

 
Leonardo Dalla Torre è nato a Venezia nel 1995. Cresciuto nel centro storico della città si è diplomato al Liceo Artistico Statale di Venezia nel 2013, proseguendo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia diplomandosi in Pittura nel 2017 e in Grafica d’Arte-Disegno nel 2019. Come pittore approfondisce la propria ricerca indagando come principali tematiche la figurazione e il ritratto. I modelli utilizzati attingono sia dalle immagini della Storia dell’Arte e dei Maestri della pittura del passato, che dalla propria contemporaneità, alienando le differenze contestuali, accumunando i caratteri espressivi del corpo e della carne, rilevandone i sintomi e l’apertura in una pittura che cerca l’incombenza di una calamità, sospendendo le immagini in una deflagrazione perpetua.

Frédérique Nalbandian è un'artista multidisciplinare francese nata il 3 aprile 1967 a Mentone. Scultrice, crea anche disegni, installazioni e performance. La maggior parte delle sue sculture di sapone in situ si evolvono sia all'interno che all'esterno, cambiando nel tempo. Talvolta interattive, richiedono la partecipazione del visitatore.
Dopo aver seguito i primi corsi di disegno durante gli anni di studio alla Davis High School (en) in California, Frédérique Nalbandian entra all'Ecole Nationale d'Art Décoratif d'Aubusson nel 1988, dove trascorre un anno, prima di entrare all'Ecole Nationale Supérieure d'Art di Villa Arson nel 1989 per dedicarsi alla creazione artistica. Nel 1994 ha ottenuto una residenza artistica dedicata al disegno presso la Fondazione Ratti di Como sotto la direzione di Anish Kapoor e Karel Appel. Nel 1996 consegue il Diplôme National Supérieur d'Expression Plastique (DNSEP). Scolpisce il sapone, incidendolo o modellandolo. I suoi diversi stati: solido, liquido, schiuma, effervescenza, gocciolamento, stalattitizzazione derivano dall'azione dell'acqua. Nelle sue opere utilizza anche materiali poveri come il gesso (nelle modanature e nelle rose intonacate), l'acqua, il tessuto, i fili di lana, il vetro e la terracotta.
Modella il sapone, crea forme che ferma o lascia evolvere, trasformando il tempo in un mezzo. Il suo vocabolario di forme plastiche è in continua espansione: precipitati, crolli, rotoli, frammenti, colonne, divisori, muri, corde o direttamente legati all'anatomia del corpo umano: orecchie, cervelli, pelli, teschi, mani, falli. Alcune sono state imposte dal materiale stesso3. Le sue forme, nella loro composizione e nel processo che subiscono, diventano poetiche, cariche di una metafisica della materia che evoca il passaggio del tempo, l'erosione, la trasformazione e la metamorfosi. L'allusione al testo Le Savon di Francis Ponge è stata decisiva fin dall'inizio e ha preso forma durante una serie di colloqui a Cerisy durante i laboratori contemporanei sullo scrittore nel 2015, dove ha incontrato Pascal Quignard.

Giulio Paolini è nato il il 5 novembre 1940 a Genova e risiede a Torino. Dalla sua prima partecipazione a una mostra collettiva nel 1961 e dalla sua prima personale nel 1964 ha esposto in gallerie e musei di tutto il mondo. Le principali retrospettive si sono tenute allo Stedelijk Museum, Amsterdam (1980), al Nouveau Musée, Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie Stuttgart, Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Graz (1998) e alla Fondazione Prada, Milano (2003). Tra le antologiche più recenti si ricordano quelle alla Whitechapel Gallery, Londra (2014), alla Fondazione Carriero, Milano (2018) e al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020).
Ha partecipato a svariate rassegne di Arte povera ed è stato invitato più volte alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013). Nel 2022 è stato insignito del Premio Imperiale per la Pittura, il più importante riconoscimento in campo artistico. Il suo lavoro è presente in rinomate collezioni pubbliche e private sia nazionali sia internazionali.Fin dall'inizio Paolini ha accompagnato la sua ricerca artistica con riflessioni raccolte in libri curati in prima persona: da Idem, con un'introduzione di Italo Calvino (Einaudi, Torino 1975), a Quattro passi. Nel museo senza muse (Einaudi, Torino 2006) e L'autore che credeva di esistere (Johan & Levi, Milano 2012).Ha realizzato anche scene e costumi per spettacoli teatrali, tra cui si distinguono i progetti ideati con Carlo Quartucci negli anni Ottanta e le scenografie per due opere di Richard Wagner per la regia di Federico Tiezzi (2005, 2007).



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ARTISTI

Leonardo Dalla Torre

Frédérique Nalbandian
Giulio Paolini 

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