DIALOGO 1 

Mirella Bentivoglio e Serena Gamba 



16.11– 6.03.24


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DIALOGO 1
Mirella Bentivoglio e Serena Gamba

Opening 16/11/2023 h 18:00  
16/11> 24/01/2024*


NP-ArtLab in collaborazione con Martelli Fine Art 
Corso Monforte 23
Milano

*spazio espositivo  
Martedì - Giovedì, 12.00 - 19.00
More info:
info@npartlab.com
francesca@martellifineart.com

NP-ArtLab presenta, in collaborazione con Martelli Fine Art, una selezione di opere delle artiste Mirella Bentivoglio e Serena Gamba in dialogo tra loro. La mostra vuole mettere in relazione due artiste di generazioni differenti ma che utilizzano la pratica verbo visiva come medium.

Il lavoro di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922) si svolge in ambito totalmente poetico: tra linguaggio e immagine, linguaggio e materia, linguaggio e oggetto, linguaggio e ambiente. In particolare, le sue opere in mostra sono strettamente legate alla rappresentazione dell’uovo, riconnesso alla lettera O, che, secondo l’artista, è simbolo dell’Universo, del nulla e del tutto, del vuoto e del pieno, ma anche della creazione e della maternità, concetto fondamentale per l’artista che ha più volte identificato come esperienza che l’ha profondamente influenzata e guidata nel suo percorso artistico. L’uovo tornerà frequentemente nelle opere dell’artista spesso legato ai libri, segno specifico della dimensione intellettuale, simbolo della cultura.
Un vero e proprio continuum con i lavori della Bentivoglio e in generale delle poetesse della Nuova Scrittura, è rappresentato da Serena Gamba (Moncalieri, 1982). La sua ricerca ruota attorno al significato della pittura e alle sue declinazioni in relazione alle arti visive e applicate. Le immagini della Storia dell’Arte vengono svuotate dal loro significato originario per essere rielaborate in modo da far emergere la loro natura essenziale lontana da forme imperfette e preconcette.
I generi e i materiali della pittura, le basi del linguaggio scritto e parlato, gli elementi costitutivi del disegno vengono condensati in nuove strutture e segni primari attivando un processo di ricostruzione di una nuova immagine. Sono questi elementi strutturali che vanno a definire un’architettura, un alfabeto visivo, lasciando una piena libertà di interpretazione e rielaborazione. Le opere in mostra riflettono perfettamente la poetica dell’artista dove i concetti di memoria e oblio coesistono. L’atto di scrivere e descrivere il dipinto originale è una riflessione e una testimonianza del ricordo: è il tentativo di creare un incontro intimo tra l’individuo e il proprio atto di ricordare e memorizzare tutta la Storia dell’Arte. Le lettere cucite a mano diventano testimonianza vivida di qualcosa che era presente e che ora sta scomparendo o che presto scomparirà. È la scrittura che diventa il mezzo e il modo per rallentare il processo e accogliere l’oblio. Si viene a creare un archivio, uno strumento per la memoria.

 
Serena Gamba, artista visiva, lavora sul tema della memoria e dell'oblio attraverso la parola, il segno, la forma. La sua ricerca si muove intorno al significato di Pittura e delle sue declinazioni in relazione con le altre arti visive e applicate.
Le immagini della Storia dell’Arte, svuotate del loro significato originario, vengono rielaborate per far emergere la loro natura essenziale, lontana da forme viziate e precostituite. I generi e i materiali della pittura, le basi del linguaggio parlato e scritto, gli elementi costitutivi del disegno e della geometria vengono condensati in nuove strutture e segni primari, attivando al contempo un processo di negazione e ricostruzione di una nuova immagine. Questi elementi strutturali, siano essi scultorei o pittorici, definiscono un’architettura, un alfabeto visivo, indirizzano e lasciano piena libertà di interpretazione e rielaborazione. Attingere dunque dalle cose del mondo, che siano opere Classiche o forme primordiali, per ridefinire un personale immaginario, generare una sensibilità estetica e formale verso l’inspiegabile mistero della Pittura. Ha esposto nelle collettive "Sollazzo Ottico" (Galleria Roccatre, Torino), "Appunti di sociologia urbana" (Galleria Alessio Moitre, Torino), "Dell'origine e delle sue variazioni - Serena Gamba/Alessandro Gioiello" (Isolo17 Gallery, Verona), "Serena Gamba, Autos – Eleonora Manca, Catessi" (Galleria Alessio Moitre, Torino), espone nel circuito "Art Site Fest" (Castello di Govone / Govone (CN)), alla mostra "Lacerto" (Galleria Alessio Moitre), "Esercizi di scrittura" (BI-BOx Art Space / Biella), "La Camera delle Meraviglie" (Isolo17 Gallery, Verona), "Visione d’Interno" (Galleria Alessio Moitre - Burning Giraffe, Torino), "IncontrArTi - Simboli e riflessi verso l'Oltre" (Vercelli). Espone nelle mostre personali "Datum - Dida" (Van Der Gallery, Bolzano), "Monologo" (Galleria Alessio Moitre, Torino), "Opera al Nero" (Isolo17 Gallery, Verona).
Vincitrice nel 2021 del Premio "A Collection" (Art Verona), nel 2019 vince l'Artkeys Prize nella sezione pittura ed è finalista al Premio Nocivelli e allo Yicca Contest. Finalista nel 2018 al premio Combat Prize, nel 2017 vince il Tina Prize edizione Beijing, partecipa nel 2016 al Premio Lissone.
Fonda nel 2021 Spazio PPP, spazio di confronto e scambio reale finalizzato alla creazione di nuove relazioni tra artisti visivi, curatori e poeti all’interno di una realtà non contaminata da tempi e dinamiche tipicamente cittadine insieme all'artista Alessandro Gioiello.

Mirella Bentivoglio, poetessa e artista verbovisiva, nasce a Klagenfurt (Austria) il 28 marzo del 1922, da genitori italiani, Margherita Cavalli e lo scienziato Ernesto Bertarelli. Riceve un’educazione multilinguistica, studiando nella Svizzera tedesca e in Inghilterra. Nel 1949 sposa il docente universitario di Diritto Internazionale Ludovico Matteo Bentivoglio, di cui adotta il cognome. Autrice, nella prima giovinezza, sia di pitture a olio sia di libri di poesie in italiano e in inglese (editi da Scheiwiller e Vallecchi, e recensiti da critici quali Giorgio Caproni, Italo Defeo e Mario Praz), esprime in seguito il suo interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine legandosi ai movimenti verbovisivi delle neoavanguardie artistiche internazionali della seconda metà del ventesimo secolo, diventandone una protagonista.
Consegue per titoli, nel 1968, l’idoneità all’insegnamento di Estetica e Storia dell’Arte nelle Accademie italiane. Usufruisce di borse di studio e di ricerca presso il Salzburg Seminar for American Studies (1958) e il Getty Institute di Los Angeles (1997). Dalla pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale, che hanno segnato il suo ingresso nella sfera delle nuove sperimentazioni, passa, dagli anni Sessanta in poi, a una personale forma di poesia-oggetto. Via via, negli anni Settanta e oltre, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico (tra cui il celebre Ovo di Gubbio). Centrale e pluriennale è stato il suo lavoro sui libri-oggetto. Ha avuto un ruolo decisivo e illuminante nel campo dell’arte contemporanea anche come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all’arte femminile. In particolare cura e realizza, per la 38ª Biennale di Venezia (1978), la mostra Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale, che accoglie esclusivamente opere di artiste donne, e che rappresenta a tutt’oggi un unicum emblematico del lavoro delle artiste di quegli anni, intenzionate a rivendicare un loro ben definito spazio creativo “al femminile” nella seconda metà del Novecento.
A Mirella Bentivoglio sono stati assegnati numerosi premi sia per la sua attività poetico e artistica, sia per quella critica e organizzativa.
Nel 2011 ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al Mart (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto).
Muore a Roma nella primavera del 2017. A un anno dalla scomparsa, si è tenuta una giornata di commemorazione in suo onore alla Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele di Roma, che ha presentato il fondo a lei intitolato (donato alla Biblioteca dalle sue tre figlie, Marina, Leonetta e Ilaria). Contiene volumi, cataloghi di mostre e svariati materiali della sua vasta biblioteca-archivio. Nel 2019 è nato in rete l’Archivio Mirella Bentivoglio, con lo scopo di promuovere e valorizzare il suo lavoro. Nello stesso anno, il 14 maggio, è stato inaugurato un nuovo luogo espositivo per Mirella Bentivoglio all’interno dell’itinerario Spazi900, realizzato all’interno della Biblioteca Nazionale di Roma. L’ambiente intitolato a Bentivoglio, che ospita l’esposizione permanente di alcune tra le sue opere, figura accanto a spazi dedicati ad autori quali Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Italo Calvino.






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ARTISTI

Mirella Bentivoglio 

Serena Gamba
 

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