FORMA/COLORE
Benevelli, Consagra, Dorazio
25.09– 11.12.24


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FORMA/COLORE
Benevelli, Consagra, Dorazio

Opening 25/09/2024  h 18:00
26/09 > 11/12/2024*

Martelli Fine Art in collaborazione con NP-ArtLab
Corso Monforte 23
Milano

martedì-giovedì 12:00 > 19:00
O su appuntamento

Per maggiori informazioni:
info@npartlab.com
francesca@martellifineart.com


Martelli Fine Art, in collaborazione con NP-ArtLab, presenta Forma/Colore una mostra che indaga l'uso del colore come elemento primario nella ricerca artistica combinato alle forme bidimensionali della pittura e quelle tridimensionali della scultura. Tecniche di sovrapposizione dei colori per creare effetti di profondità e movimento.

Verranno presentate opere di Dorazio, Consagra e Benevelli. Lo spazio espositivo situato nel prestigioso Palazzo Cicogna, in Corso Monforte 23 nasce dal desiderio di combinare le specificità di entrambi i galleristi permettendo nuove sinergie a Milano.


Biografie

Giacomo Benevelli: Benevelli nato a Reggio Emilia nel 1925 era attivo sulla scena artistica milanese, nazionale ed internazionale dalla fine degli anni Cinquanta.
Scultore della scuola dell’astrattismo milanese, Benevelli apparteneva al gruppo di scultori della generazione successiva a Marino Marini che si era venuta a creare nella Milano del dopoguerra. Numerosi sono i suoi lavori pubblici tra i quali si ricordano Teleios, un bronzo degli anni Novanta collocato in Piazzale Loreto a Milano ed Edificante, bronzo verticale nell’ atrio del Genio Civile di Milano.
Nel corso degli anni Benevelli esplora le possibilità della forma plastica nelle sue molteplici funzioni, accostandosi sin dagli anni Sessanta all’ applicazione di soluzioni plastiche creative all’interno del design, come nelle lampade Arabesque e Roto da lui create. Sempre negli anni Sessanta, dopo la sua partecipazione alla XXXXII Biennale di Venezia, Benevelli espone negli Stati Uniti rappresentato dalla Felix Landau Gallery di Los Angeles che annovera tra i suoi clienti anche Elizabeth Taylor che acquisterà una sua scultura in bronzo della serie “Matrici Organiche” visibile in varie scene del film “Chi ha Paura di Virginia Woolf”. Più recente e’ la collaborazione di Giacomo Benevelli con il marchio Natuzzi per la creazione di una linea di oggetti come le tre lampade – scultura da lui firmate, Apollo, Dafne e Clizia e altri oggetti – scultura già presentati all’ ultimo Salone del Mobile di Milano e alla fiera del design di Colonia in Germania. Studioso e investigatore della forma in tutte le sue specificità, Benevelli pubblica con Rizzoli un libro da lui illustrato, intitolato Dalla Pietra all’Ago, dove esplora l’evoluzione dell’utensile da puro sasso fino alla realizzazione ragionata e consapevole dei primi manufatti umani. Numerose sono le opera di arte sacra realizzate da Benevelli all’interno di chiese di nuova costruzione o interventi scultorei all’interno di edifici sacri antichi. Professore di Ornato Modellato a Brera per oltre trentanni, Benevelli ha sempre coltivato il confronto ed il dibattito attivo con le generazioni più giovani sulle tematiche dell’evoluzione della forma plastica anche all’interno degli spazi urbani in trasformazione. Nella sua opera Benevelli ha sempre amato la sperimentazione di nuovi materiali come la recente produzione di grandi sculture in vetroresina sintetica già esposte a Palazzo Isimbardi a Milano, all’interno di una mostra personale itinerante che ha ospitato le sue opere anche nella storica Casa del Mantegna a Mantova.
Nel 2006 in occasione delle XX Olimpiadi Invernali di Torino, Benevelli viene invitato dalla Presidenza della Repubblica Italiana ad esporre una sua opera all’interno della mostra rappresentativa della scultura contemporanea italiana alla Palazzina Stupinigi. Nel corso della sua lunga carriera, Benevelli partecipa alla Biennale di Venezia e alle mostre itineranti della Quadriennale di Roma dedicate alla scultura italiana esponendo nei maggiori musei del mondo.
Opere di Benevelli sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero come la Collezione d’Arte della Città di Milano, La Collezione della Banca d’Italia, la Collezione Intesa San Paolo di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, il Museo d’Arte Moderna di Palazzo Strozzi a Firenze, il British Museum a Londra. Benevelli era un Accademico della Pontificia Accademia Tiberina, vinse il premio Città di Milano, ricevette la medaglia d’oro della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, recentemente venne invitato insieme ad altre personalità milanesi a fare parte della giuria per la selezione di una nuova scultura da collocare nei nuovi spazi dell’ Ospedale Niguarda inaugurata dall’Arcivescovo Tettamanzi.

Pietro Consagra: Pietro Consagra nasce a Mazara del Vallo il 4 ottobre 1920. Studia all’Accademia di Belle Arti di Palermo dal 1938 al 1944, anno in cui si trasferisce a Roma. Nel 1946, dopo la sua prima collettiva alla Galleria del Cortile di Roma, compie il primo viaggio a Parigi. Nel 1947 partecipa alla fondazione di Forma I, che propugna un’estetica non figurativa rivolta al sociale. Il gruppo organizza la prima esposizione di arte non figurativa nella Roma del dopoguerra, la “Mostra del gruppo Forma I” all’Art Club, e pubblica il periodico “Forma I”, che si occupa di estetica contemporanea. Nel 1947 tiene la prima personale alla Galleria Mola di Roma e nel 1949 partecipa alla “Mostra di scultura contemporanea” organizzata da Peggy Guggenheim a Venezia. Sue personali vengono allestite al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles (1958), alla Galerie de France di Parigi (1959), al Museum Boymans-van Beuningen di Rotterdam (1967), e alla Marlborough Gallery di Roma (1974). Nel 1955 gli viene assegnato un premio alla Biennale di San Paolo. Espone diverse volte alla Biennale di Venezia, dove riceve il premio Einaudi nel 1956 e il Premio per la scultura nel 1960. Nel 1962 tiene la prima personale a New York alla Staempfli Gallery e partecipa alla mostra “I Grandi Premi della Biennale 1948-1960” alla Galleria di Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia; nel 1964 realizza una fontana a Mazara del Vallo. Consagra scrive molto sul suo lavoro: al trattato polemico La necessità della scultura (1952), che rappresenta un’importante confutazione di quanto espresso da Arturo Martini nel suo Scultura lingua morta, seguono i libri L’agguato c’è (1961), e La città frontale (1969). Nel 1989 gli viene dedicata un’ampia retrospettiva dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dove nel 1993 viene inaugurata una sala permanente con sue opere. Nel 1991 è il primo scultore astratto ad esporre al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Nel 2002 la Galerie der Stadt Stuttgart di Stoccarda inaugura una sala permanente di suoi dipinti e sculture. Nello stesso anno tiene una mostra al Museo d’Arte Moderna di Bolzano, ospitata successivamente nel Palazzo Sertoli e Palazzo Pretorio di Sondrio. Consagra muore a Milano il 16 luglio 2005.

Piero Dorazio: Piero D’Orazio (poi Dorazio) nasce a Roma il 29 giugno 1927. Dal 1945 al 1951 frequenta la facoltà di architettura all’Università di Roma e nello stesso periodo entra a far parte del gruppo Arte Sociale, che pubblica i numeri unici di “Ariele” e “La Fabbrica”. Nel 1947 partecipa alla fondazione del gruppo Forma 1, che elabora il Manifesto del formalismo-Forma 1 e nello stesso anno vince una borsa di studio all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi, dove risiede per un anno e incontra Gino Severini, Georges Braque, Georges Vantongerloo, Antoine Pevsner, Jean Arp, Sonia Delaunay, Le Corbousier e altri importanti artisti. Nel 1950 partecipa all’organizzazione della galleria cooperativa del gruppo Age d’Or a Roma e Firenze, e nel 1952 si fa promotore della fondazione internazionale Origine di Roma, che pubblica il periodico “Arti Visive”.
Nel 1953 si reca negli Stati Uniti, dove conosce Robert Motherwell, Mark Rothko, Frederick Kiesler, Franz Kline e Clement Greenberg, e tiene le prime personali alla Wittenborn One-Wall Gallery e alla Rose Fried Gallery di New York. Tornato a Roma nel 1954, si reca periodicamente a Parigi, Londra e Berlino, dove diventa amico di Will Grohmann e del mercante Rudolf Springer. Nel 1955 pubblica il libro La fantasia dell’arte nella vita moderna. Nel 1957 viaggia in Svizzera, Spagna e ad Antibes, e tiene la prima personale a Roma, alla Galleria La Tartaruga. Negli anni sessanta insegna alla Graduate School of Fine Arts dell’University of Pennsylvania, e da allora riveste diverse cariche accademiche negli Stati Uniti. Nel 1970 viaggia in Grecia, in Africa e in Medio Oriente, e nel 1974 si stabilisce a Todi. Numerose sono le antologiche a lui dedicate in Italia e all'estero, tra cui quella al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris (1979), alla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo (1979) e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma (1983). Costante la sua presenza nelle importanti rassegne internazionali, come la Biennale di Venezia, dove espone nel 1960, 1966, 1988. Negli anni che seguono ottiene commissioni da enti pubblici e privati, come la realizzazione di mosaici nelle stazioni della metropolitana di Roma. L’artista muore a Perugia il 17 maggio del 2005.




             


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ARTISTI

Giacomo Benevelli 
Pietro Consagra
Piero Dorazio


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DIALOGO SULLE PAROLE
Serena Gamba-Alighiero Boetti
13.08– 30.08.24


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DIALOGO SULLE PAROLE
Serena Gamba - Alighiero Boetti

Opening 13/08/2024  h 18:00
14/08 > 30/08/2024*

Galleria Umberto Benappi 
Sansicario Alto 


La Galleria Umberto Benappi, con il supporto creativo di Riccardo Pietrantonio, prosegue la rassegna estiva nella “galleria di montagna”, con la mostra di Np-ArtLab Dialogo sulle parole. Serena Gamba – Alighiero Boetti. Lo spazio di Sansicario nasce per ospitare progetti realizzati con la collaborazione di gallerie italiane e internazionali e per dare la possibilità di proporre cultura in territori dislocati.

Terzo ospite della rassegna è la galleria NP-ArtLab (Padova - Milano), nata dall’idea di Neri Pagnan di creare uno spazio dedicato alla ricerca e alla promozione di pratiche d’arte visiva contemporanea, mantenendo saldi il legame e il dialogo con i maestri del Novecento. La galleria cerca, in questo senso, di creare, esplorare e interpretare il dialogo estetico e concettuale che coesiste tra artisti di diverse generazioni.

La mostra è dedicata proprio al dialogo tra la giovane artista Serena Gamba e il maestro Alighiero Boetti.

Tra quelle presentate, due sono le opere che l’artista Serena Gamba ha realizzato appositamente in dialogo con l’opera di Boetti. AeBeS è «un punto di riflessione su ciò che devo tenere a mente, la mia soluzione alle cose. Lettere unite da un segno a biro, cucito, si definiscono nello spazio, posizionate in una griglia invisibile, precisa e apparentemente caotica. Un vuoto e un pieno, una stabilità e un disordine che mettono per scritto di non perdermi». (S. Gamba, 2024)

La seconda opera si legge con due virgolette, del colore di una biro, che si aprono e si chiudono in una griglia, ma le parole sono assenti. Di Boetti sono le parole, quelle che nei suoi arazzi riempiono e affermano solidamente la sua presenza. 
«La mia citazione è il mio vuoto, un vuoto che ospita nella mia tela, silenziosamente, la bellezza di ciò che c’è di suo, senza la pretesa di sovrapporsi a ciò che lui ha già perfettamente enunciato. Che la mia ricerca continui a riportare alla memoria con delicatezza la grandezza di chi ha fatto dell’arte la propria vita. Per due punti infinite rette, volutamente sbagliato dal punto di vista teorico sta a rappresentare le infinite possibilità che si possono generare dall’“incontro” di due spiriti». (S. Gamba, 2024)



Alighiero Boetti (1940-1994, Torino) esordisce a Torino nell’ambito dell’Arte Povera nel gennaio del 1967. Artista concettuale, versatile e caleidoscopico, moltiplica le tipologie di opere la cui esecuzione - in certi casi - viene delegata con regole ben precise ad altri soggetti e altre mani, assecondando il principio del "la necessità e il caso" : così le biro (blu, neri, rossi, verdi) in cui la campitura tratteggiata mette in scena il linguaggio; così i ricami di lettere, piccoli o grandi, e multicolori; o i Tutto, fitti puzzle in cui si ritrovano silhouette eterogenee tra cui sagome di oggetti e di animali, immagini tratte da riviste e carta stampate, e molto altro, davvero "tutto".

Serena Gamba (1982, Moncalieri) lavora sul tema della memoria e dell’oblio attraverso la parola, il segno, la forma. La sua ricerca si articola introno al significato di pittura e alle sue declinazioni in relazione alle arti visive. Le immagini provenienti dalla storia dell’arte vengono svuotate del loro significato e quindi rielaborate per far emergere la loro natura essenziale, lontana da forme viziate e precostituite.




             


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ARTISTI

Serena Gamba
Alighiero Boetti 

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VEDER VENIRE
Leonardo Dalla Torre 
16.04– 27.07.24


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VEDER VENIRE
LEONARDO DALLA TORRE

Opening 16/04/2024  h 10:00 > 19:00
17/04 > 27/07/2024*

reopening con nuove opere 15/06 h 18:00

Pop (the Chapel) up
Galleria Tommaso Calabro 
Campo San Polo 2177, Venezia


La selezione di lavori qui presentata cerca attraverso l’insorgere di anomalie di superficie, scoppi visuali, crisi pittoriche, di annunciare una catastrofe. Si viene a creare una tensione visiva dove il sintomo satura l’attesa del divenire, senza poi concludersi, sostando nel presagio. La parziale apertura delle immagini, le colature, il ribollire della materia, incarnano tale suggestione.

Era uso corrente tra i minatori di un tempo addentrarsi nel ventre della terra accompagnati da un pulcino in gabbia allo scopo di sapere quando l’aria fosse troppo satura di grisou, un gas altamente infiammabile, incolore e inodore sovente causa di esplosioni nelle miniere, percepibile dal piccolo volatile che in sua presenza iniziava ad agitarsi e far fremere le ali. Questa pratica faceva si che si potesse in qualche modo prevenire, veder venire, la catastrofe.

Così come le ali divinatorie dei pulcini fremevano davanti alla calamità, queste pitture si animano inquiete di risvolti innaturali e premonitori, sull’orlo della detonazione. Inserite in uno spazio adibito a cappella, angusto, grezzo e poco illuminato, esse sono immerse in un ambiente carico di sacralità e allo stesso tempo vicino al ricordo degli antri minerari. Questa duplice lettura si dispiega nella citazione di figure riprese sia dall’iconografia sacra, che dall’immaginario profano, evidenziandosi negli sguardi di madonne e corpi soggiacenti alla crisi.

Leonardo Dalla Torre








STARGAZERS II
11.04– 05.06.24


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STARGAZERS II

Opening 10/04/2024  h 18:00 > 21:00
11/04 > 05/06/2024*

NP-ArtLab in collaborazione con Martelli Fine Art 
Corso Monforte 23
Milano (MI)

*Spazio espositivo
Martedì -Giovedì, 12.00 - 19.00 Per maggiori informazioni:
info@npartlab.it
francesca@martellifineart.com



NP-ArtLab presenta Stargazers I e Stargazers II, due mostre collettive che si sviluppano rispettivamente negli spazi della galleria di Padova e Milano e che mettono in dialogo artisti storicizzati con esponenti del panorama contemporaneo. Le opere, realizzate con medium diversi, volgono il proprio sguardo verso un unico tema: l’astronomia.

Il progetto Stargazers, ideato da Neri Pagnan (NP-ArtLab), ha origine dalla stretta vicinanza della galleria di Padova con la Specola, sede dell’Osservatorio Astronomico nonché una delle più importanti strutture di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), simbolo rappresentativo della città e della sua storia, e con il Dipartimento di Astronomia. Le continue suggestioni che derivano da questi luoghi hanno innescato la scelta di raccontare, attraverso due mostre, la fascinazione che l’essere umano ha da sempre per l’universo e la scienza che ne studia le manifestazioni, e di come gli artisti trovano nutrimento nei misteri della volta celeste e nella sua estetica potente.

Stargazers I apre la riflessione nella sede di Padova, con una selezione di lavori che affrontano le tematiche da punti di vista differenti: Serena Gamba, Natale Addamiano, Matteo Nasini ci trasportano all’interno di superfici siderali, mentre John Torreano, Silvia Mariotti, Serena Vestrucci, Antonello Ghezzi si pongono in dialogo con la materia e ne traslano il ruolo e il significato, alla ricerca delle suggestioni che trapelano dall’universo. Visioni che si incontrano con le famose superfici lunari di Giulio Turcato e del poliedrico Tony Dallara. Al centro dello spazio espositivo è collocata l’opera del duo Antonello Ghezzi dal titolo Alla Luna, un tapis roulant il cui display mostra la distanza che ci separa dalla Luna. L’installazione interattiva invita a partecipare attivamente a una missione spaziale collettiva.

La seconda parte di questa mostra, Stargazers II, prende forma nello spazio di Milano, in collaborazione con Martelli Fine Art. Anche in questo caso la sede della galleria gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della riflessione del legame tra arte e astronomia: si tratta di Palazzo Cicogna che ospitò per un periodo lo studio di Lucio Fontana. Dell’ampia produzione che ha caratterizzato la ricerca di Fontana, due sono i lavori, entrambe degli anni ’50, che suggestionano Stargazers II. La mostra infatti si apre con un allestimento che riproduce il pattern del Tessuto Galassia ideato nel 1955 (rielaborato nel colore), abbinata a una carta assorbente del 1953 che ne anticipa l’estetica, e un’imponente variante stampata su seta che rimandano alle costellazioni celesti. Accanto a queste opere trovano posto sguardi inediti tra materia e luce che diventano cielo con Mirella Bentivoglio, Antonello Ghezzi, Paolo Icaro, Silvia Mariotti, Matteo Nasini, Takis, ed Eugenia Vanni, in un susseguirsi di superfici spaziali. A completare l’allestimento l’installazione di Giovanni Oberti, che accompagna il corridoio di ingresso verso la sala principale.

Stargazers I (Padova) e Stargazers II (Milano) rappresentano un dialogo tra saperi in cui scienza e arte entrano fortemente in contatto dimostrando come due discipline, apparentemente diverse, possono contribuire a una lettura trasversale dell’universo.

Il progetto è accompagnato da un testo di Annika Pettini.










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ARTISTI

Mirella Bentivoglio 
Lucio Fontana 
Antonello Ghezzi 
Paolo Icaro
Silvia Mariotti
Matteo Nasini
Giovanni Oberti
Eugenia Vanni
 

BIOGRAFIE ARTISTI

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STARGAZERS I
22.03– 24.05.24


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STARGAZERS I 

Opening 22/03/2024 h 18:00 > 21:00
23/03> 24/05/2024*


NP-ArtLab
Vicolo dell’Osservatorio 1/C
35122 - Padova (PD)


*spazio espositivo privato 
Mercoledì - Sabato: 12.00 - 19.00
More info: info@npartlab.com

NP-ArtLab presenta Stargazers I e Stargazers II, due mostre collettive che si sviluppano rispettivamente negli spazi della galleria di Padova e Milano e che mettono in dialogo artisti storicizzati con esponenti del panorama contemporaneo. Le opere, realizzate con medium diversi, volgono il proprio sguardo verso un unico tema: l’astronomia.

Il progetto Stargazers, ideato da Neri Pagnan (NP-ArtLab), ha origine dalla stretta vicinanza della galleria di Padova con la Specola, sede dell’Osservatorio Astronomico nonché una delle più importanti strutture di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), simbolo rappresentativo della città e della sua storia, e con il Dipartimento di Astronomia. Le continue suggestioni che derivano da questi luoghi hanno innescato la scelta di raccontare, attraverso due mostre, la fascinazione che l’essere umano ha da sempre per l’universo e la scienza che ne studia le manifestazioni, e di come gli artisti trovano nutrimento nei misteri della volta celeste e nella sua estetica potente.

Stargazers I apre la riflessione nella sede di Padova, con una selezione di lavori che affrontano le tematiche da punti di vista differenti: Serena Gamba, Natale Addamiano, Matteo Nasini ci trasportano all’interno di superfici siderali, mentre John Torreano, Silvia Mariotti, Serena Vestrucci, Antonello Ghezzi si pongono in dialogo con la materia e ne traslano il ruolo e il significato, alla ricerca delle suggestioni che trapelano dall’universo. Visioni che si incontrano con le famose superfici lunari di Giulio Turcato e del poliedrico Tony Dallara. Al centro dello spazio espositivo è collocata l’opera del duo Antonello Ghezzi dal titolo Alla Luna, un tapis roulant il cui display mostra la distanza che ci separa dalla Luna. L’installazione interattiva invita a partecipare attivamente a una missione spaziale collettiva.

La seconda parte di questa mostra, Stargazers II, prende forma nello spazio di Milano, in collaborazione con Martelli Fine Art. Anche in questo caso la sede della galleria gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della riflessione del legame tra arte e astronomia: si tratta di Palazzo Cicogna che ospitò per un periodo lo studio di Lucio Fontana. Dell’ampia produzione che ha caratterizzato la ricerca di Fontana, due sono i lavori, entrambe degli anni ’50, che suggestionano Stargazers II. La mostra infatti si apre con un allestimento che riproduce il pattern del Tessuto Galassia ideato nel 1955 (rielaborato nel colore), abbinata a una carta assorbente del 1953 che ne anticipa l’estetica, e un’imponente variante stampata su seta che rimandano alle costellazioni celesti. Accanto a queste opere trovano posto sguardi inediti tra materia e luce che diventano cielo con Mirella Bentivoglio, Antonello Ghezzi, Paolo Icaro, Silvia Mariotti, Matteo Nasini, Takis, ed Eugenia Vanni, in un susseguirsi di superfici spaziali. A completare l’allestimento l’installazione di Giovanni Oberti, che accompagna il corridoio di ingresso verso la sala principale.

Stargazers I (Padova) e Stargazers II (Milano) rappresentano un dialogo tra saperi in cui scienza e arte entrano fortemente in contatto dimostrando come due discipline, apparentemente diverse, possono contribuire a una lettura trasversale dell’universo.

Il progetto è accompagnato da un testo di Annika Pettini








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ARTISTI

Natale Addamiano 
Tony Dallara 
Serena Gamba 
Antonello Ghezzi 
Silvia Mariotti
Matteo Nasini
John Torreano 
Giulio Turcato
Serena Vestrucci 
 

BIOGRAFIE ARTISTI

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Spazi espositivi privati
NP ArtLab
Vicolo dell’Osservatorio 1/C
35122 - Padova (PD)
NP Viewing Room
C.so Monforte 23
20122 - Milano (MI)

NP ArtLab – Srl a socio unico
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35139 - Padova | Padua (PD)
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