16 luglio > 15 ottobre 2025

L’estetica del gusto
a cura di Simone Ceschin
In collaborazione con Tabor Art e Lions Arte Cultura e Design
16/07 > 15/10/2025
Palazzo Ca’ Vendramin Calergi
Alessandro Borghese - il lusso della semplicità
Cannaregio 2040, Venezia
La mostra L’Estetica del Gusto, ospitata al’interno della cornice di Palazzo Ca’ Vendramin Calergi, negli spazi del ristorante AB - Il lusso della semplicità, a cura di Simone Ceschin, presenta i lavori di venti artisti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Venezia: Sofia Battan, Anna Benetti, Ilaria Costaglia, Leonardo Dalla Torre, Sara Devetta, Arianna Gobbi, Giulia Malatesta, Massimo Munich, Daniela Moruz, Elia Peruffo, Emma Perona, Silvia Pezzi, Isabella Ponte, Giulia Rinaldi, Elsa Scagliarini, Stefania Serio, Nicole Sinigaglia, Emma Soddo, Gaia Tessarolo ed Erika Verlato.
A partire da ricerche e sensibilità eterogenee, le opere in mostra si confrontano con il gusto come esperienza complessa, capace di evocare sensazioni, memorie e significati.
Ogni forma del gusto è, prima di tutto, una forma del giudizio. Si elegge, si seleziona, si scarta. Eppure, l’atto del gustare non si riduce a scelta in quanto è un’esperienza che si elabora nel corpo, che prende tempo e che lascia tracce. Il gusto è elaborazione, stratificazione, costruzione simbolica. Possiamo definirlo un linguaggio.
Le opere raccolte all’interno della mostra si muovono attorno a una zona liminale, là dove il piacere incontra la forma, dove la materia del cibo si fa immagine, simbolo e visione.
Gli artisti coinvolti non tematizzano il gusto secondo un’iconografia ovvia, ma ne interrogano le implicazioni percettive, sociali e simboliche. Il cibo, e tutto ciò che lo circonda, diviene punto di accesso a un repertorio più ampio, dove si rifrangono rituali e ossessioni, sovrapposizioni tra naturale e artificiale, memoria e trasformazione, tracciando un paesaggio sensoriale in cui si intrecciano identità e cultura.
L’intervento artistico si innesta così in uno spazio già carico di senso in cui l’estetica del gusto non è metafora, ma prassi quotidiana. Ogni opera si presenta come una sospensione nel fluire dell’esperienza conviviale, una pausa che introduce complessità, riflessione e slittamenti semantici. La pittura rifiuta così il semplice nutrimento visivo e si apre a una dilatazione del tempo e dello sguardo, conducendo dalla dimensione del consumo a quella della contemplazione.
I lavori non si limitano a essere ospitati, ma instaurano un dialogo attivo con l’ambiente che li accoglie. In questo contesto, la mostra si configura come un dispositivo estetico che trasforma lo spazio conviviale in luogo espositivo, ridefinendo le soglie tra arte e quotidianità. Il cibo è materia viva e gesto ripetuto, le immagini esposte riflettono, duplicano e talvolta disarticolano i rituali della preparazione, del taglio, dell’attesa e del consumo. Le scene rappresentate, una pausa per mangiare, un piatto in preparazione, frammenti di ingredienti e di stoviglie, attivano una riflessione sul quotidiano attraverso lo sguardo.
La mostra invita a rallentare, a sostare, a riappropriarsi del tempo dello sguardo così come quello del gusto. In un’epoca in cui il consumo tende a semplificare e accelerare ogni gesto, i dipinti ci restituiscono l’importanza della cura, della scelta e dell’attenzione.
Simone Ceschin


