Spazialisti veneziani


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OPERE DISPONIBILI
Il movimento spazialista, detto anche movimento spaziale, arte spaziale e spazialismo, è un movimento artistico nato nel 1946, fondato da Lucio Fontana in Argentina in gemellaggio con la Galleria Il Cavallino di Venezia. A sua volta, questa galleria aveva stretto un forte legame con la Galleria Apollinaire di Milano, già galleria di Fontana.

Il primo testo teorico alla base della nascita dello Spazialismo è stato ideato da Fontana nel 1946 a Buenos Aires, in Argentina: il cosiddetto "Manifiesto Blanco", dove si iniziano a delineare le urgenze di un superamento dell'arte come sino ad allora concepita e ormai "stagnante", inserendo le dimensioni del tempo e dello spazio.

I pittori spazialisti non hanno come priorità l'immagine pittorica in sé e non desiderano semplicemente definire una corrente di stile bensì affrontare, attraverso l'opera d'arte non solo pittorica, il problema della percezione onnicomprensiva dello Spazio, inteso come somma delle categorie assolute di Tempo, Direzione, Suono e Luce.

“Considerare realtà quegli spazi, quella visione della materia universale, di cui scienza, filosofia, arte, in sede di conoscenza e di intuizione hanno nutrito lo spirito dell’uomo”: così recita il Manifesto del 1951 dove compaiono per la prima volta le firme dei “veneziani” Anton Giulio Ambrosini, Mario Deluigi, Virgilio Guidi, Berto Morucchio e Vinicio Vianello, cui si assoceranno come firmatari nei due manifesti successivi anche Bruno De Toffoli, Tancredi, Edmondo Bacci e Gino Morandis.  L’adesione del gruppo veneziano che gravita nella cerchia della Galleria del Cavallino, si concretizzò nella “Mostra spaziale”, organizzata a Venezia nel 1953.

Edmondo Bacci

( Venezia, 1913 - Venezia, 1978)

Nasce a Venezia il 21 luglio 1913. Dal 1932 al 1937 studia all'Accademia di Belle arti di Venezia, con Ettore Tito e Virgilio Guidi. Nel 1945 tiene la prima personale alla Galleria del Cavallino di Venezia, nel 1948 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e nel 1951 alla prima Biennale di Genova. Nel 1953 a Venezia partecipa a una mostra del Movimento spaziale, fondato da Lucio Fontana, e da allora partecipa con regolarità alle esposizioni dello Spazialismo, tra cui “Espacialismo”, nel 1956, alla Galeria Bonino di Buenos Aires.
Bacci tiene un’importante personale alla Galleria del Cavallino nel 1955 e, l’anno seguente, la prima personale negli Stati Uniti, alla Seventy-Five Gallery di New York. Nel 1957 espone alla Galleria del Naviglio di Milano, alla Galleria d'Arte Selecta di Roma, e alla Galleria La Cittadella di Ascona, in Svizzera; sempre nel 1957 partecipa alla mostra “Between Space and Earth” alla Marlborough Gallery di Londra.
Nel 1958 gli viene dedicata una sala alla Biennale di Venezia, e nel 1959 gli viene assegnato il Premio del Comune di Venezia alla Terza Biennale dell'Incisione Italiana Contemporanea. Nel 1961 espone alla Drian Gallery di Londra e partecipa alla mostra “Neue italienische kunst” alla Galerie 59 di Aschaffenburg; l’anno dopo espone alla Frank Perls Gallery di Beverly Hills. Nel 1972 realizza alcune litografie per la poesia di Guido Ballo Il ciè-lo Kàinos. Bacci muore a Venezia il 16 ottobre 1978.


Mario Deluigi

(Treviso, 21 giugno 1901 – Dolo, 27 maggio 1978)

All'Accademia di Belle Arti segue il corso di pittura tenuto da Ettore Tito, e quindi le lezioni di Virgilio Guidi.
Inizia la sua attività espositiva nel 1928 partecipando alla XIX collettiva dell' Opera Bevilacqua La Masa, e nel 1930 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia. Intorno al 1934 si interessa alle problematiche poste dalla ricerca cubista, e soprattutto dal cubismo sintetico. Dal 1942 al 1944 sarà assistente di Arturo Martini all' Accademia di Belle Arti di Venezia.
Nel 1944 tiene la sua prima personale alla galleria del Cavallino. Nel 1946 insieme a Carlo Scarpa e Anton Giulio Ambrosini fonda la Scuola Libera di Arti Plastiche, e nello stesso anno è chiamato ad insegnare scenografia presso l' Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove rimarrà fino al 1971. Nel 1946 vince il Premio Burano e nel 1947 il Premio Abano. Nei primi anni cinquanta l' artista si orienta verso l' astrazione.
Nel 1951 firma a Milano il Manifesto dell' arte spaziale, e quindi il Manifesto del movimento spaziale per la televisione (1952).
Continua la sua riflessione sullo spazio legato al colore e alla luce, che diventerà il tema dominante della sua opera. La luce è concepita come un valore strutturale, non dipinta ma creata all' interno del dipinto mediante segni incisi sulla superficie pittorica. E' questa la tecnica del grattage che caratterizzerà tutta la sua futura produzione artistica, e che appare ben definita nelle opere esposte alla Biennale di Venezia nel 1954, chiamate Motivi sui vuoti.
Nel corso degli anni sessanta e settanta Deluigi prosegue la sua ricerca sulla luce. Partecipa a manifestazioni artistiche nazionali e internazionali, tra cui si ricordano le Biennali di Venezia del 1930, 1932, 1948, 1950, 1952, 1954, 1962 (sala personale), 1968 (sala personale) e le Quadriennali di Roma del 1959, 1972.
Nel 1980 la Biennale di Venezia organizza una mostra retrospettiva nella chiesa di S. Stae. Nel 1991 a Venezia, Galleria d'Arte Moderna di CàPesaro, e nel 1997 a Sacile, Palazzo Regazzoni - Flangini Biglia, sono state organizzate importanti mostre antologiche.

Bruna Gasparini

(Mantova 1913- Venezia 1998)

Nasce nel 1913 a Mantova. Nel 1937 si trasferisce a Venezia, dove coltiva le sue passioni e da autodidatta inizia a dipingere seguendo i suggerimenti di maestri come V. Guidi e A. Martiri e di amici giovani artisti tra cui Gaspari, Bacci, Morandis, Basaldella. Alla fine degli anni ’40 l’artista si avvicina all’astrattismo e alle esperienze spaziali, sviluppando le tematiche di spazio-luce-colore, e diventa una delle protagoniste storiche dello Spazialismo veneziano insieme a Bacci e al marito Luciano Gaspari con cui condivide un lungo sodalizio artistico e di vita. Espone la prima volta a Padova nel 1938 alla Mostra Universitaria Triveneta d’Arte, nel 1939 è ammessa alla XXII Biennale d’Arte di Venezia, dove si ripresenterà nel 1948 e nel 1964 con una sala allestita dall’amico Carlo Scarpa. Partecipa alle Quadriennali di Roma nel 1948 e nel 1955. Si susseguono importanti esposizioni e riconoscimenti in Italia e all’estero.La sua prima mostra personale è a Venezia, alla Bevilacqua La Masa nel 1955.


Gino Morandis

(Venezia 1915-1994)

Frequentato l'Istituto d'arte, continua suoi studi artistici all'Accademia di Belle arti di Venezia sotto la guida di Virgilio Guidi, seguendolo, con l'amico L. Gaspari, all'Accademia di Bologna quando sarà costretto a lasciare la città lagure nel 1935.
A Bologna ha modo di frequentare anche le lezioni di Giorgio Morandi, arricchendo così gli insegnamenti di Guidi sulla luce di una particoare attenzione al valore emozionale del colore tonale. Le prime esperienze pittoriche risentono degli insegnamenti dei due maestri e si traducono in raffinate e delicate composizioni naturalistiche a cui i accompagna ben presto una particolare riflessione sull'opera di G. Braque.
Inizia a esporre giovanissimo partecipando nel 1932 alla Mostra Collettiva dell'Opera Bevilacqua La Masa. L'artista, che si diplomerà in pittura nel 1937, espone anche alla II Quadriennale di Roma del 1935; ma chiamato sotto le armi nel 1938 è costretto a interrompere la sua attività espositiva fino al 1943.
Sarà assistente di Guidi a Bologna dal 1943 al 1945, anno in cui ottiene l'insegnamento al Liceo artistico di Venezia, a cui farà seguito la docenza all'Accademia di belle arti.
Alla fine degli anni quaranta Morandis risente del particolare clima culturale della città e partecipa con gli amici Bacci e Gaspari ai dibattiti artistici che seguono la riapertura della Biennale con la storica edizione del 1948, che segna il delinearsi di due tendenze artistite una legata al realismo e una legata a una proposta non-figurativa. In questi anni l'artista instaura un rapporto privilegiato con E. Vedova. Nel frattempo l'artista si allontana dalla pittura figurativa per orientare la sua ricerca verso espressioni astratte.
Vince nel 1947 il Premio Gino Rossi alla Fondazione Bevilacqua La Masa e tiene nel 1949 la prima mostra personale alla Galleria dello Scorpione a Trieste cui seguirà nei 1957 la personale alla Galleria del Cavallino a Venezia. Aderisce nei primi anni cinquanta al movimento spaziale ed entra in contatto con il gallerista C. Cardazzo. Partecipa alle mostre degli artisti spaziali cominciando da quelle tenutesi nel 1952 a Venezia, alla Galleria del Cavallino, e a Trieste, alla Galleria Casanova.
Nel 1953 espone con gli altri artisti spaziali a Venezia al Ridotto (Sala degli Specchi) di Ca' Giustinian, sottoscrivendo il manifesto, Lo spazialismo e la pittura italiana nel secolo XX, redatto per l'occasione da A.G. Ambrosini.
La pittura di Morandis in questi anni assume un ruolo particolare all'interno del movimento spaziale; la sua particolare sensibilità coloristica, a cui si accompagna una decisa vocazione formale, lo porta a elaborare un linguaggio di pura astrazione fantastica adatto a esprimere l'universo immaginario della personale ricerca introspettiva.
Dal carattere timido e riservato, Morandis nelle sue tele esprime una concezione spaziale che si risolve in un lirismo tendente a individuare le forme con un cromatismo luminoso che si espande in un'atmosfera magica, dove il segno e il colore assumono valenze simboliche e narrative. Sono emblematiche di questo periodo le opere Immagine n. 136 B, Immagine n. 27, Immagine in blu. L'artista opera una sorta di scomposizione strutturale della forma che non si apre nello spazio, ma mantiene una sua unità dinamica.
Questo aspetto acquisterà grande importanza nella ricerca espressiva sullo spazio-colore degli anni successivi che vedranno l'artista operare una sorta di essenzializzazione della forma servendosi di colori marcati, sperimentando forme plastiche in rilievo e utilizzando dei retini, che permettono una ricerca legata alla materia trasparente.
Nel 1951 vince il premio Saviat al Premio Michetti e nel 1964 vince il concorso nazionale per gli affreschi del nuovo Policlinico dell'Università di Padova. Partecipa a numerose e importanti manifestazioni artistiche nazionali e internazionali tra cui si ricordano le sue partecipazioni alle Biennali di Venezia nel 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1956, 1958, presentato da G. Giani, 1962, presentato da G. Mazzariol, 1968, dove ha una sala personale ed è presentato da B. Morucchío e alle Quadriennali di Roma nel 1935, 1951, 1955, 1959, 1972.


Saverio Rampin

( Paluello di Strà (VE), 1930 - Lido di Venezia, 1992)

Saverio Rampin nasce a Paluello di Strà nel 1930. Nel 1941 la famiglia si trasferisce a Venezia. All’età di quindici anni comincia a dipingere da autodidatta, incoraggiato da Armando Pizzinato. Nel 1948 si iscrive alla Scuola libera del Nudo. Nello stesso anno viene inserito nella collettiva dell’Opera Bevilacqua La Masa. Nel 1950 è invitato alla XXV Biennale di Venezia e del 1951 è la sua prima personale, presentata da Pizzinato alla Galleria Sandri di Venezia. Nel 1955 riceve il Premio Venezia alla XLIII Collettiva della Bevilacqua La Masa e si aggiudica il Campari al Premio Burano, che ripete anche nel 1960. Del 1956 è il Primo Premio ex aequo con Riccardo Licata alla Bevilacqua La Masa. Nel 1955 gli viene assegnato uno studio a Palazzo Carminati, continua a frequentare la Galleria del Cavallino di Carlo Cardazzo, base degli artisti spaziali e, tramite Guidi, entra in contatto con il nucleo principale degli spazialisti milanesi: Fontana, Capogrossi, Crippa e Dova. Del 1961 è l’inizio del sodalizio con Enzo Pagani titolare di due gallerie, che, fino al 1989, gli organizza quattordici mostre personali. Muore nel 1992, dopo aver preso casa al Lido di Venezia, dove adesso ha sede l’Archivio Rampin.

Vinicio Vianello

(Venezia, 1923-1999)

Vinicio Vianello nasce a Venezia nel 1923. Si forma all’Accademia di Belle Arti della sua città natale seguendo gli insegnamenti di Giuseppe Cesetti, esponente del gruppo del Cavallino. Si diploma nel 1945, ma ha modo di esordire ufficialmente in veste di pittore già nel 1941, quando partecipa a una collettiva della Bevilacqua che ospiterà anche in seguito le sue opere in diverse occasioni fino al 1950. Nel 1946, ha la fortuna, inoltre, di ottenere uno studio proprio presso la Bevilacqua, istituzione di grande rilievo nel supporto dei giovani artisti. Vinicio Vianello rappresenta una delle personalità più significative della scena veneziana del secondo dopoguerra e uno degli artisti tra i più interessanti nel panorama della pittura italiana degli anni Cinquanta e Sessanta. Un artista poliedrico che si è occupato di pittura, ceramica, vetro, design, illuminazione, interventi nell’architettura fino alla ricerca delle energie solari e alternative. L’opera di Vianello si contraddistingue da una pittura elementare con una consistenza plastica carica di figurazioni enigmatiche e conturbanti.
Espone più volte alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e ottiene, tra gli altri riconoscimenti, il prestigioso Premio La Rinascente Compasso d'Oro nel 1957.
Dal 1962 in poi si interesserà nello specifico a sistemi di illuminazione applicata anche edifici architettonici.
Vinicio Vianello muore a Venezia nel 1999.





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